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Modelli di Bellezza in Trans_formazione. Il nostro modo di essere e di apparire muta ?

  • Immagine del redattore: CapDaSha Photographer
    CapDaSha Photographer
  • 13 set 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

I CORPI Più MASCOLINI


«La fisicità torna dunque ad assumere un valore comunicativo forte», aggiunge Maria Luisa Frisa. Ma le silhouette sono cambiate, includono razze e forme diverse, che spingono davvero all’angolo il vecchio modello unico degli Angeli. La vita sottile sembra sparita, le spalle sono sempre più importanti. Come dimostrano i manichini, i corpi femminili diventano più muscolosi e mascolini. La fisionomia si avvicina a quella degli uomini, così come il modo di essere seducenti. Il cambiamento parte dall’estetica e si propaga attraverso la nuove tecnologie, che hanno portato milioni di persone a essere componenti attive delle proprie scelte, protagoniste dei loro selfie.


«C’è MENO VOGLIA DI FINZiONE», conferma il fotografo Maurizio Galimberti. «È la rivincita dell’instantanea sul photoshop. Il ritorno alla natura selvaggia dell’uomo». Anche nella pubblicità è il momento delle persone prese dalla strada, salvo poi, quando si vuole avere un certo glamour, riaffidarsi alla modella famosa. L’esempio è Kate Moss, che a 45 anni torna con tre campagne e foto strepitose; Alexander McQueen, Giorgio Armani e Zadig et Voltaire. Per la prima volta nella sua storia la moda rincorre i cambiamenti anziché anticiparli e la sensazione è che anche la scelta di una modella sia diventata un rompicapo. Ma chissà che Victoria non possa trovare il proprio riscatto rivolgendosi ad Angeli più terreni.


Bellezza è Personalità «Le donne oggi vogliono decidere da sole se essere magre o grasse, belle o brutte. Proprio il grande tema dell’inclusività dei modelli in passerella è quello che ha contribuito al successo di Gucci: Alessandro Michele è stato bravissimo a trasmettere questa idea», continua Frisa. Che ricorda come Diana Vreeland fu la prima a volere Barbra Streisand e la Callas sulla copertina di Vogue America, «facendo passare il concetto che quello che conta non è la bellezza, ma la capacità di esprimere quello che sei».

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